Iniziamo a vedere come vengono calcolati e classificati i danni alle persone, premetto che questa è una sezione particolarmente delicata e che non ha la pretesa di essere esaustiva del concetto, sarà comunque utile per comprendere il ragionamento che c’è alla base di un risarcimento e come un consulente di infortunistica stradale, come quelli che lavorano nello Studio Luvison, può intervenire a favore di un danneggiato per aiutarlo ad ottenere il giusto risarcimento.
Quanto stiamo andando a esporre si può applicare in buona parte a qualsiasi risarcimento danni alle persone sia per quanto riguarda le RCA (Responsabilità Civile Auto) che le normali RC (Responsabilità Civile) oppure alle polizze infortuni a seconda delle garanzie. I danni alla persona coperti da RCA si dividono in due tronconi principali: danni permanenti e danni temporanei.

noi danni permanenti che vanno in qualche a intaccare la nostra integrità psicofisica e pertanto la nostra qualità di vita. Una ferita a un braccio ad esempio può lasciare una cicatrice, una frattura benché rinsaldata perfettamente ha comunque un effetto sul nostro corpo, in generale qualunque trauma che subiamo lascia dunque su di noi un segno. Per quantizzare questo danno ci si serve di una scala a punti su base 100 nella quale ogni punto rappresenta la perdita di una parte della propria integrità psicofisica dove 100 rappresenta il maggior danno (perdita totale della nostra autonomia) e via a scendere verso i danni più lievi.

Come classificare la lesione riportata (o le lesioni riportate) è specificato in tabelle nazionali grazie alle quali un medico legale (uno specialista preposto a convertire appunto le nostre lesioni, fisiche e psicologiche, in punti percentuale) può assegnarci un punteggio di invalidità. Qui inizia il vero lavoro del consulente di infortunistica stradale: il medico legale compie infatti questa valutazione sulla base di una visita medica, correlando la dinamica del sinistro (per verificare che le lesioni corrispondano al tipo di incidente occorso) all’entità delle lesioni riportate sulla base degli esami effettuati e della sua visita. Non è difficile capire, senza essere esperti di medicina, che è importantissima la tempistica con cui gli esami vengono effettuati: non solo a livello di velocità, ma anche sulla tipologia e l’accuratezza degli esami stessi. Il primo lavoro del consulente di infortunistica, e su cui si gioca buona parte della partita è riuscire a dimostrare non solo la gravità delle lesioni, ma anche la correlazione con l’incidente, provare cioè che il danno messo in luce dagli esami sia effettivamente riconducibile al sinistro per cui stiamo chiedendo il risarcimento. Poniamo ad esempio le complicazioni derivanti da un semplice colpo di frusta, il danno in se sembra non essere eccessivo, ma col tempo sopraggiungono complicazioni che vanno ad avere un impatto, magari grave sulla vita dell’individuo. Se sono stati effettuati i giusti esami nei giorni immediatamente successivi all’incidente (come da Legge numero 27 del 24 marzo 2012 Art. 32 comma3 Ter/Quater) sarà più facile (ma non automatico) provare la correlazioni tra gli stessi, viceversa potrebbe risultare più difficile, quando anche impossibile trovare un nesso certo tra gli stessi, il che potrebbe portare a un mancato risarcimento da parte della compagnia assicurativa.

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